Ubicata a ridosso della costa sud-occidentale della Sardegna, l’isola di Sant’Antioco fa parte dell’Arcipelago del Sulcis e affaccia nel bellissimo Golfo di Palmas. Collegata all’isola madre da un istmo artificiale ed interrotta poco prima dell’abitato di S Antioco da un ponte, che permette il passaggio sottostante alle imbarcazioni, così da poter fare la circumnavigazione completa dell’isola, è territorialmente suddivisa in due comuni: a nord Calasetta, che fu fondata nella seconda metà del XVIII secolo da famiglie liguri provenienti da Tabarka; e a sud Sant’Antioco, che sorge sulle rovine della città di Sulky, una delle più antiche del Mediterraneo occidentale.
L’isola di Sant’Antioco è famosa innanzitutto per le sue incantevoli spiagge e un mare cristallino che non ha nulla da invidiare alle mete tropicali, dove non ci si stancherebbe mai di nuotare.
Lungo la costa si alternano arenili, scogliere naturali, promontori e meravigliose calette. Inoltre, i suoi fondali, ricchi di vita sottomarina, sono considerati un vero paradiso per gli appassionati di pesca subacquea e di chiunque ami fare immersioni (snorkeling incluso). Da non perdere: la spiaggia di Maladroxia, nel corso degli ultimi anni più volte premiata con la prestigiosa Bandiera Blu; la spiaggia di Coaquaddus, inserita in uno splendido scenario naturalistico; la scogliera di Is Praneddas, con il monumento naturale detto “Arco dei Baci”; gli scogli imbiancati di Cala Sapone; e le cale Grotta e della Signora.
Ma a Sant’Antioco non c’è solo il mare, ci sono anche attrazioni storiche e culturali che aspettano solo di essere scoperte.
Abitata sin dall’epoca preistorica, l’isola è ricchissima di testimonianze archeologiche come: i monumentali menhir (megaliti) di Su Para e Sa Mongia presso lo stagno di Santa Caterina; le domus de janas (strutture sepolcrali scavate nella roccia) di Is Pruinis; il bacino nuragico di Grutti ‘e Acqua; i ruderi di circa 40 nuraghi, tra cui i maestosi S’Ega Marteddu, Antiogu Diana e Corongiu Murvonis; la tomba dei giganti di Su Niu ‘e Su Crobu; e le catacombe di Sant’Antioco, sviluppatesi a partire dal III secolo, che conservano tutt’oggi elementi molto importanti.
Oltre a queste testimonianze, un gran numero di reperti, rinvenuti sia sull’isola che in altre località del Sulcis, sono conservati ed esposti all’interno del Museo Archeologico Ferruccio Barreca. Il nucleo principale della collezione è composto dai ritrovamenti relativi all’insediamento di Sulky. Di notevole interesse sono le ceramiche e i gioielli. Tra gli altri musei di Sant’Antioco si segnalano: il Museo Etnografico “Su magasinu ‘e su binu”, in cui sono raccolti oggetti che testimoniano gli usi e i costumi dell’isola; il MuMa – Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia, dedicato al mare e ai costruttori di barche; e il MACC – Museo di Arte Contemporanea di Calasetta, che documenta tutte le tendenze dell’arte astratta.
Tra le architetture religiose merita invece una visita la Basilica di Sant’Antioco Martire, uno dei monumenti più antichi dell’intera regione. L’edificio, che ospita nei sotterranei le suggestive catacombe del Santo, venne edificato tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.C., in piena epoca bizantina, anche se nel corso dei secoli è stato oggetto di numerose modifiche e di importanti ristrutturazioni. A Sant’Antioco Martire, patrono della città e di tutta la Sardegna, è dedicata, quindici giorni dopo Pasqua e l’1 di agosto, una grande festa con processione religiosa e sfilata in costumi tradizionali.
Molto interessante è pure l’offerta enogastronomica: la cucina tipica propone ricette uniche e gustose, sia di mare che di terra. Tra i piatti da provare è impossibile non citare quelli a base di tonno fresco, i cosiddetti bocconi e la fregola, un tipo di pasta molto simile al cous cous che si sposa bene sia con il pesce che con la carne. Sant’Antioco è anche la patria del Carignano del Sulcis, un vino dalle origini antichissime, i cui vitigni sono ampiamente diffusi nell’isola. E per finire non possono mancare i dolci, tra i quali spiccano i ravioli fritti di ricotta e le pardulas, piccole tortine ripiene di una deliziosa crema preparata con ricotta di pecora, zafferano e scorza di limone.